Le epoche del passato non smettono mai di affascinare e ciclicamente tornano di moda, così anche i mobili antichi diventano tendenza: entrano nell’arredamento delle case contemporanee e creano particolari effetti estetici grazie all’accostamento con un design moderno e minimal.
I mobili d’antiquariato si diffondono e fanno tendenza quando il prezzo degli arredi prodotti secondo un certo stile si abbassa e li rende alla portata degli appassionati, che possono reperirli con facilità sul mercato. Da questo ciclo prende vita la produzione di mobili “in stile”, arredi costruiti soprattutto nel Novecento che imitano le caratteristiche di uno stile o un’epoca ben precisa del passato. I mobili in stile appartengono all’antiquariato, ma hanno il vantaggio di essere più economici dei mobili autentici, oltre che maggiormente diffusi e quindi facilmente reperibili nei negozi d’antichità, nei mercatini, alle aste del settore.
Talvolta non è semplice distinguere a colpo d’occhio tra un mobile d’antiquariato autentico, uno in stile, una riproduzione e un falso; ma lo si può fare con un’osservazione attenta e qualche conoscenza sulle epoche, gli stili e le mode del passato.
Vediamo innanzitutto la differenza tra queste definizioni; poi capiremo come riconoscere gli stili in base alle epoche e come distinguere un mobile antico autentico o in stile da un falso.
Mobili d’antiquariato autentici
I mobili antichi si considerano pezzi d’antiquariato quando l’epoca della loro realizzazione risale a più di 150 anni fa, quindi in linea generica quelli prodotti prima della metà dell’Ottocento.
I mobili d’antiquariato più pregiati sono ovviamente quelli autentici, cioè realizzati da un mobiliere – o una bottega di ebanisteria – con le tecniche e i materiali in uso all’epoca della fabbricazione. Di solito rispecchiano nello stile le tendenze del loro tempo, vengono quindi classificati in base agli stili: Barocco, Neoclassico, Luigi XVI, Impero…
La quotazione aumenta se sono conservati in buono stato e hanno ancora tutti i pezzi originali, ciò significa che non sono mai stati restaurati oppure hanno avuto degli interventi minimi. Tuttavia è raro trovare dei mobili antichi conservati così bene da non aver mai subito degli interventi di manutenzione, come la sostituzione di maniglie, piedini o altre piccole parti. Si considera d’antiquariato un mobile che non presenti più del 30% di parti sostituite, i cui interventi di restauro abbiano un carattere conservativo e siano stati eseguiti da un artigiano specializzato.
I mobili costruiti tra il 1850 e il 1940 circa invece si considerano semplicemente “mobili vecchi”, perché costruiti con tecniche artigianali obsolete. Si tratta in genere di arredi pregiati, in legno massiccio, sobri ed eleganti ma con poche decorazioni, per lo più destinati alle abitazioni di campagna o del ceto medio. Si tratta dei classici “mobili della nonna”, che ancora abbondano nelle case ma non sono abbastanza antichi da avere un gran valore; si possono trovare facilmente nei mercatini d’antiquariato e nei negozi dell’usato e si inseriscono facilmente sia in un ambiente rustico che in una casa contemporanea.
I mobili d’antiquariato non sono sempre autentici, possono essere anche in stile, riproduzioni o falsi.
Mobili antichi in stile
I mobili in stile riprendono le forme e le strutture di complementi d’arredo tipici di un’epoca passata ben precisa, in genere sono riproduzioni più recenti delle epoche a cui si riferiscono e non sono stati realizzati con l’intento di falsificazione, ma solo per imitare uno stile artistico del passato.
È fondamentale che un mobile in stile, così come una riproduzione, sia dichiarato tale sul certificato di vendita. Se venisse spacciato per autentico, sarebbe invece un mobile falso.
Un mobile in stile può essere antico oppure costruito in tempi recenti; ancora oggi esistono delle ottime aziende e mobilieri che realizzano mobili in stile con grande maestria. Quando si trova un mobile antico in stile, ad esempio un comò in stile Luigi XV, l’antiquario deve essere disponibile a spiegare che si tratta di un mobile prodotto in un’epoca posteriore al Settecento, ma che ne riprende stilisticamente le caratteristiche e se ne differenzia solo per l’epoca di produzione.
Questi mobili sono più economici degli autentici pezzi d’antiquariato, ma restano più costosi degli arredi contemporanei perché vengono costruiti appositamente da artigiani esperti e ognuno è un pezzo unico.
Riproduzioni o copie di mobili antichi
Si parla di riproduzione o copia di un mobile antico, quando questa imita tutti i particolari del mobile originale. Si tratta della copia di un arredo ben preciso e viene fatta per uno scopo estetico o decorativo.
Un tempo si usava commissionare una copia di un mobile solo per avere un “pendant”, cioè due mobili uguali da disporre in modo simmetrico: ad esempio due cassettiere da disporre ai due lati del salone, una coppia di console per i vani delle finestre, o una serie di sedie da accoppiare al tavolo da pranzo. In questi casi non si può parlare di falsi, ma semplicemente di copia, o riproduzione (purché sia dichiarato sul certificato di vendita).
Mobili falsi
Quando i mobili antichi vengono venduti come autentici, ma in realtà sono copie o imitazioni, sono mobili falsi. Si parla di falso totale quando il mobile è costruito con materiali moderni, non in uso nell’epoca a cui dovrebbe risalire il mobile. Non è facile riconoscere un falso a colpo d’occhio, perché i bravi falsari sanno riprodurre le tecniche artigianali del periodo, e anche la patina e i difetti tipici che segnano un mobile antico col tempo: fessure da ritiro, lesioni, vernice scrostata, danni da insetti xilofagi. Alcuni imitano persino i fori lasciati dai tarli, con un punteruolo o sparando con una pistola a pallini da caccia.
Un mobile può essere un falso parziale: in questo caso si tratta di un mobile costruito con pezzi di altri mobili vecchi, che in genere sono troppo usurati per essere conservati e vengono così in qualche modo recuperati. Si considera un falso parziale anche un mobile realmente antico ma sottoposto ad interventi di restauro eccessivi o maldestri, che ne abbiano modificato pesantemente l’aspetto originale ma vengono tenuti nascosti all’ignaro acquirente.
I mobili in stile: le principali riproduzioni del Novecento
Il Novecento ha dato vita ad una vasta produzione di mobili in stile che arredano le nostre case ancora oggi. Vediamo come riconoscere gli stili più diffusi guardando le loro caratteristiche principali:
Mobili in stile Barocco: i mobili in stile barocco sono costruiti con legni pregiati e richiamano lo stile del Settecento negli intagli elaborati, nelle decorazioni dorate, nelle lavorazioni in madreperla.
Mobili in stile Rococò: approfondendo lo stile Rococò vediamo che sono arredi piccoli e dalle forme leggere e raffinate: caratteristiche tipiche sono le gambe ad S, i piedi a ricciolo o a zoccolo. Utilizzano legni pregiati ed esotici, come il mogano, il palissandro, il bois de rose e sono ricchi di intagli floreali, a ghirlanda, a voluta; molto diffusi i motivi a rocaille (a forma di conchiglia).
Mobili in stile Neoclassico: i mobili in stile neoclassico richiamano lo stile classico nelle linee pulite e geometriche, presentano decorazioni eleganti con elementi presi dall’arte greca e romana (rosette, colonnine, cornucopie, figure mitologiche).
Mobili in stile Impero: mobili in stile impero hanno forme solenni e massicce, sono tipicamente decorati con inserti in bronzo dorato e decorazioni che alludono alle conquiste dell’Impero napoleonico: sfingi, scarabei egiziani, erme, cariatidi. Le sedie hanno le gambe posteriori a sciabola (sottili e leggermente curve); i letti sono a barca (con spalliere alte e curvate verso l’esterno).
Mobili in stile Luigi Filippo: I mobili in stile Luigi Filippo abbandonano ogni riferimento all’impero a favore di linee più leggere e arrotondate. Sono costruiti con legni chiari (olmo, acero, noce), hanno forme geometriche ma smussate da curvature sul lato frontale. Tipiche sono le sedie a gondola, piccole e con decorazioni sui filetti superiori dello schienale e della traversa del sedile; le scrivanie ministeriali con piano in marmo o in legno decorativo; le poltrone armoniose e comode grazie alle ricche imbottiture.
Mobili in stile Art Nouveau: si ispirano alla natura e al mondo vegetale nelle forme sinuose e nei decori floreali stilizzati. Sono costruiti con legni esotici talvolta impiallacciati a marqueterie, hanno spesso degli inserti in ferro, alluminio o madreperla.
Mobili in stile Art Déco: lo stile art Déco è uno stile eclettico e raffinato che mescola elementi del Neoclassico, del Cubismo e dell’Art Nouveau per riproporle in modo innovativo. I mobili hanno linee geometriche e angoli retti, decorazioni astratte e stilizzate, colori forti e contrastanti; si usano materiali nuovi come il metallo cromato, la bachelite, la pelle si squalo, il legno di radica.
Come riconoscere gli autentici mobili in stile dai falsi
Non è facile distinguere a colpo d’occhio un mobile antico autentico, o un mobile in stile, da un falso; eppure prestando attenzione ad alcuni aspetti è possibile anche per i meno esperti farsi un’idea generale su quello che si ha davanti. I mobili antichi spesso presentano i segni di un restauro e hanno delle caratteristiche ben precise:
Colore
Per prima cosa bisogna guardare al mobile nel suo insieme: il legno invecchiando si tinge di calde sfumature di colore che vanno dal grigio e bruno rosato del noce, all’arancione-rossiccio del faggio e del ciliegio; tonalità che sono difficili da imitare applicando delle vernici su un mobile non invecchiato. Se un mobile non presenta queste tipiche sfumature di colore, è probabile che si tratti di un falso. Le tinte del legno stagionato invece vengono esaltate dalla verniciatura a gommalacca o a cera d’api.
Patina
Una caratteristica primaria dei mobili d’antiquariato è la patina, cioè lo strato sulla superficie del legno formato da polvere, cere, oliature, fuliggini di lumi e candele che si forma nel tempo e conferisce al legno quel particolare aspetto “invecchiato” che rende tanto affascinanti i mobili antichi. La patina di un mobile autentico non è mai uniforme, ma si presenta più chiara nelle parti più esposte alla luce e all’usura (superfici superiori, ripiani d’appoggio e di scrittura) e più scura nelle parti nascoste (interni, cassetti, gambe posteriori…). I falsificatori di solito imitano la patina del mobile, ma spesso esagerano e le danno un tono troppo uniforme o eccessivamente consunto.
Segni di restauri
È comune riscontrare nei mobili antichi dei segni di restauro, come la sostituzione dei fondi dei cassetti, di maniglie e pomelli, di ripiani interni e schienali, parti spesso soggette alla muffa. Sui mobili italiani costruiti tra il Settecento e l’Ottocento veniva spesso applicata la lastronatura o l’impiallacciatura, tecniche che consistono nel rivestire le superfici con sottili strati di essenze pregiate (mogano, palissandro, acero, olivo, radica di noce) per conferire un aspetto più ricercato e prezioso. Con il tempo di solito, parti di impiallacciatura si sollevano e si staccano, e se vengono sostituite si nota la differenza con il colore originale.
Consistenza del legno
Col passare del tempo il legno perde umidità in un ambiente asciutto, i pori si restringono provocando piccole crepe, diventa fragile. Come conseguenza aumenta la compattezza del legno, che arriva ad avere una “consistenza ossea”. Questa caratteristica si riscontra soprattutto nei legni più teneri, come il pioppo e l’abete, usati spesso per le parti interne del mobile (ante, cassetti). I mobili antichi spesso mostrano i segni lasciati dai tarli, dei piccoli forellini nelle parti nascoste (piedi, interni dei cassetti, fasce laterali). I falsari talvolta imitano i forellini dei tarli, ma per capirlo è sufficiente osservarne la direzione: se si presentano come un reticolo irregolare di gallerie sono originali, se sono troppo dritti e regolari, si tratta dell’opera di un falsario.
Chiodi e ferramenta
Prima dell’industrializzazione i chiodi venivano fatti a mano e per questo erano tutti diversi l’uno dall’altro. I chiodi veramente antichi hanno la tipica forma con la testa grossa e rotonda e la punta a sezione quadrata rastremata. I chiodi di produzione industriale possono imitare quelli antichi ma sono tutti uguali. Se si trovano questi chiodi moderni in un mobile antico, significa che gli interventi di restauro sono stati piuttosto consistenti. Lo stesso discorso vale per tutte le parti di ferramenta: maniglie, pomelli, serrature, chiavi, cerniere, rifiniture in ottone… Anche queste oggi vengono riprodotte in serie, ma il restauro di un mobile antico dovrebbe essere conservativo, quindi tutte le parti in metallo dovrebbero essere riprodotte a mano in fonderia, identiche ai pezzi originali.
Segni di lavorazione
I mobili antichi erano sempre tagliati a mano. I segni lasciati dagli strumenti da taglio si possono notare soprattutto nelle parti nascoste, come l’interno dei cassetti, il retro delle ante, gli schienali. Una sega elettrica lascia invece dei segni più regolari di una sega a mano. In particolare, il retro di un mobile antico si presenta grezzo e non rifinito, se è verniciato si tratta di un intervento recente.
Prezzo
I mobili d’antiquariato autentici sono di solito molto costosi, quindi se si trova un prezzo troppo vantaggioso è probabile che si tratti di una copia o di un falso: è difficile che l’antiquario abbia sbagliato la valutazione. Fanno eccezione solo alcuni mobili realizzati in stili molto diffusi, come il Luigi Filippo, che grazie all’industrializzazione sono stati prodotti in molti esemplari.