Gli arazzi sono una forma di arte tessile posta a metà strada tra la rappresentazione artistica e un dettagliato lavoro d’artigianato. Gli arazzi sono generalmente realizzati a mano, e vengono usati come rivestimento per le pareti, alle quali conferiscono eleganza e prestigio. In un primo momento l’artista pittore realizza un “cartone”, cioè il disegno preparatorio, successivamente i tessitori si occupano dell’effettiva elaborazione del tessuto che prevede tappe ben precise e che impiega un tempo proporzionale alla grandezza dell’arazzo.
Il nome dato a questi lavori, “arazzo” appunto, deriva dal nome di una città francese “Arras” che nel medioevo, agli inizi del XV secolo, si distinse per la loro massiccia produzione, nonché per la qualità stessa delle realizzazioni.
Questo tipo di tessuto “artistico” ha radici molto antiche, seppur realizzato con materiali diversi nel corso della storia; arazzi sono giunti sino a noi dai tempi più remoti, dall’Egitto e dalla Grecia tardo ellenica, dove i disegni erano già molto elaborati e le tecniche per realizzarli attente e precise.
Fu a partire dal XIII secolo che la produzione degli arazzi iniziò a diffondersi in tutta Europa, seguendo lo sviluppo delle arti e del gusto tipico dei tempi. In Francia la produzione dei tessuti per tappezzeria arazzeria ebbe il massimo splendore fra il XIV e il XV secolo, con l’indiscusso trionfo di disegni pastorali e campestri.
In continua espansione e sempre più fiorente, l’arte dell’arazzo raggiunse anche la Fiandra, con la realizzazione di un famosissimo arazzo fiammingo dal titolo “La dama e l’unicorno”, realizzato con lana e seta.
In Italia i primi esemplari di arazzi giunsero proprio ad opera di artisti fiamminghi, e fu sopratutto durante il Rinascimento che questo tipo di tappezzeria conobbe il suo splendore, il Lombardia e nel Lazio, ma successivamente anche in Toscana e nel Veneto.
I signori di Mantova presero l’abitudine di acquistare arazzi già nel corso del 400, seguendo le orme di altre nobili famiglie italiane, come gli Estensi a Ferrara e i Farnese a Parma. Ma fu soprattutto nel Cinquecento che gli acquisti di arazzi conobbero un forte incremento per via dell’interesse nutrito verso quest’arte prestigiosa dai tre figli di Francesco II Gonzaga (1466-1519), quarto marchese di Mantova.
Anche i Medici di Firenze ebbero la passione di collezionare arazzi, in special modo fiamminghi. Passione forte che spinse Cosimo I a fondare, nel 1545, una vera e propria arazzeria sotto la supervisione dei maestri fiamminghi Niccolò Karcher e Giovanni Rost.
Gli arazzi rinascimentali furono veri e propri affreschi mobili che potevano essere facilmente trasportati, il cui scopo era difendere dal freddo realizzando un maggior isolamento termico, ma sopratutto ottenere un’opera di valore estetico, uno sfondo variopinto e conforme ai desideri dei committenti. Per chi li possedeva furono simbolo indiscusso di rango, ricchezza e potere. Entrando in stanze piene di arazzi, colorati e vivaci, si avvertiva una forte sensazione di stupore per la magnificenza delle realizzazioni, che abbellivano ed ornavano le pareti in un modo che non conosceva eguali.
Nel rinascimento gli arazzi venivano realizzati principalmente su ordinazione per l’élite politica e religiosa, si trattò di vere opere d’arte per collezionisti, dai costi davvero molto elevati.
I soggetti pittorici più popolari furono tratti da fonti storiche, bibliche e mitologiche; gli uomini di culto sceglievano principalmente scene religiose come Davide, Saul e Mosè, i cavalieri preferivano invece scene profane di eroi senza tempo.
Sicuramente l’artigianato artistico degli arazzi, realizzati con arte pittorica raffinata, è sempre stato strettamente intrecciato con la storia, gli ideali, e le gesta di coloro che ne chiedevano la realizzazione; non di rado agli artisti veniva commissionata dai signori la realizzazione di scene auto celebrative, per raccontare la storia di una grande battaglia o di un evento specifico.
Una menzione particolare, per la loro bellezza e importanza, meritano senz’altro gli arazzi che furono posseduti dai Gonzaga di Mantova, e che nel 500 trovarono massima espressione tra seta e colori; si trattò di arazzi finemente elaborati, con disegni meravigliosi ritraenti animali, vegetazione, fiori, foglie, frutti, angioletti, temi sacri e profani allo stesso tempo, con un richiamo ad elementi fantastici.
Gli arazzi per la loro bellezza e la loro minuziosa lavorazione riuscirono a portare prestigio e raffinata eleganza nelle dimore e nei castelli del 500; un arazzo potrebbe allo stesso modo rappresentare un ornamento di rilievo nei vostri ambienti e nel vostro tipo di arredamento.
Tradizione, calore, bellezza rendono gli arazzi opere d’arte da tramandare di generazione in generazione, capaci di abbellire una parete in modo unico e altisonante.